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Le moderne protesi articolari sono composte da materiali di altissima qualità :TITANIO; TANTALIO; Leghe metalliche di CROMO, COBALTO, MOLIBDENO; CERAMICHE anallergiche (ad es. l’OXINIUM e BIOLOX DELTA con altissimo coefficiente di scivolamento e bassa usura); POLIETILENE Cross-Linked ad elevatissima resistenza ed elevato peso molecolare. Questi materiali sono tutti altamente BIOCOMPATIBILI e quindi si adattano al tessuto umano senza, in genere, provocare rigetto.
I materiali sopracitati, insieme ai nuovi ‘design’ e alla più fedele cinematica articolare delle componenti protesiche oltre che alle più recenti tecniche chirurgiche, ci permettono di garantire al paziente un risultato molto buono (nel 95% circa dei casi) per quanto riguarda la risoluzione del dolore, le deformità dell’arto (es. ginocchio varo o valgo) e la limitazione funzionale. Per quanto riguarda invece la longevità delle protesi (a condizione che vengano rigorosamente rispettate le giuste indicazioni e una corretta tecniche chirurgica) gli anni di sopravvivenza sono influenzati più dalla complessità anatomica e cinematica dell’ articolazione operata (un po’ più alti per anca e ginocchio e poco meno per spalla e caviglia) e comunque con livelli molto soddisfacenti e cioè con interessanti percentuali di sopravvivenza a 20 anni o più per i modelli di ultima generazione.
Sicuramente si può tornare a condurre una vita di relazione più che normale e con una autonomia funzionale più che soddisfacente (naturalmente anche in funzione delle condizioni fisiche e generali di salute pre-esistenti oltre che dell’età del paziente). A questo proposito la chirurgia protesica dell’anca ha raggiunto una tale affidabilità per cui è molto frequente anche il ritorno all’attività sportiva ad un certo livello (magari non agonistico) come sci, tennis, arrampicata ed altro; per la protesi totale di ginocchio invece si consiglia per lo più bicicletta, golf, nuoto tranne che per la protesi monocompartimentale che in effetti permettono un discreto ritorno ad attività di un certo impegno. Dopo una protesi di spalla è consigliata in genere sempre una certa attività fisica con sport a basso impatto come bicicletta, passeggiate, esercizi aerobici; nell’80% dei casi sport a medio impatto (nuoto, bowling) mentre si sconsigliano sport ad alto impatto.
Per quanto riguarda soprattutto le protesi di ginocchio e anca vorrei sottolineare quanto il recupero post operatorio sia influenzato in maniera considerevole da un buon programma di riabilitazione condotto in ambiente protetto specie nel primo mese. Proprio per questo motivo, nel nostro ospedale, per tutti i pazienti sottoposti ad intervento di protesi al ginocchio e all’anca, è previsto un periodo di ricovero necessario ed indispensabile di circa 3 settimane; in questo periodo di tempo il paziente viene seguito giornalmente da una equipe di medici e fisioterapisti specializzati i quali gli permetteranno, in totale sicurezza, di raggiungere un ottimale recupero funzionale, un buon controllo muscolare e una soddisfacente autonomia deambulatoria oltre che la guarigione biologica della ferita. Al contrario, per le protesi di spalla, è previsto un periodo di ospedalizzazione più breve (circa 5 giorni) in quanto l’articolazione operata deve essere protetta nell’immediato post operatorio con un tutore fino alla desutura (in 14 giornata) e poi cominciare con cautela esercizi passivi e assistiti per altre 2 settimane; successivamente comincerà invece un trattamento riabilitativo più mirato con il terapista anche ambulatorialmente.
Dobbiamo fare chiarezza su equivoci o facili sensazionalismi: il futuro dell’ortopedia è nella medicina rigenerativa dei tessuti e a questo riguardo abbiamo assistito ad una vera e propria ascesa della ricerca tecnologica con l’obiettivo di finalizzare al meglio l’impiego delle risorse interventistiche in grado di innescare i meccanismi biologici “riparativi”. L’evoluzione è continua e le conoscenze si accrescono di pari passo. A livello pragmatico la medicina rigenerativa ha dimostrato e conferma percentuali di successo clinico più evidenti nelle persone giovani e in cui non sia già in atto un processo artrosi, quindi degenerativo.
Il candidato di protesi totale del ginocchio spesso si trova nelle seguenti condizioni:
In caso di ginocchio flesso che non si estende più come risultato di una grave artrosi.
Dolore al ginocchio grave o rigidità che limita le attività quotidiane, tra cui camminare, salire le scale e alzarsi o sedersi sulla sedia. Si potrebbe avere difficoltà a camminare per pochi metri e potrebbe essere necessario utilizzare un bastone o una stampella.
Dolore al ginocchio moderato o grave, mentre si è a riposo, sia di giorno che di notte.
Infiammazione cronica e gonfiore al ginocchio che non migliora con il trattamento non chirurgico, riposo, ghiaccio, le infiltrazioni di acido ialuronico e con i farmaci antinfiammatori.
La fisioterapia o altri interventi chirurgici non sono sufficienti per risolver il problema.
Deformità del ginocchio, verso l’interno (varo) o verso l’esterno (valgo). In questi casi la chirurgia protesica è in grado di riallineare perfettamente gli arti.
La sostituzione del ginocchio o artroprotesi del ginocchio, può essere definita come un rivestimento del ginocchio: durante l’intervento viene sostituita solo la parte superficiale delle ossa. La procedura prevede 4 passaggi fondamentali:
Preparazione dell’osso: la parte di cartilagine danneggiata e una piccola quantità di osso sottostante alle estremità del femore e della tibia vengono rimosse.
Posizionamento degli impianti: delle componenti metalliche che ricreano la superficie dell’articolazione, vengono impiantate in sostituzione della cartilagine e dell’osso rimossi. Le parti metalliche sono generalmente cementate all’osso.
Inserimento di un distanziatore (inserto): per creare una superficie di scorrimento liscia viene inserito tra le componenti metalliche un inserto di plastica speciale molto resistente.
Protesizzazione della rotula: una componente di plastica viene posizionata sulla superficie inferiore della rotula. La protesizzazione della rotula viene effettuata a discrezione del chirurgo.
La chirurgia Anestesia generale o spinale con blocco del nervo. L’anestesista deciderà cosa sarà meglio per il paziente. La procedura chirurgica richiede in media circa 1-2 ore. Si rimuove la cartilagine e l’osso danneggiati e s’impianta il nuovo ginocchio di metallo e plastica per ripristinarne l’allineamento e la funzione.
Diverse modifiche possono facilitare la deambulazione a casa durante il recupero. Ecco alcuni suggerimenti utili per le attività quotidiane :
Barre di sicurezza nella doccia o vasca da bagno.
Corrimano lungo le scale.
Una sedia stabile con un cuscino del sedile fermo.
Un rialzo del water.
Una sedia per la doccia.
Rimozione di tappeti e ostacoli.
Uno spazio di vita temporaneo sullo stesso piano, fare le scale è più difficile durante la prima fase di recupero.
Il successo dell’intervento dipende in gran parte da come si seguono a casa le istruzioni del chirurgo e del fisiatra nelle prime settimane dopo la chirurgia.
Dopo l’intervento ci saranno delle graffette metalliche lungo la ferita sulla parte anteriore del ginocchio. I punti vengono rimossi solitamente circa 3 settimane dopo l’intervento chirurgico mentre la sutura sotto la pelle non richiede la rimozione.Bisogna evitare di immergere la ferita in acqua fino a quando non completamente chiusa e asciutta e continuare a bendare la ferita per evitare l’irritazione da indumenti o calze elastiche.
Inoltre, dopo la dimissione è suggerito seguire una dieta equilibrata. Può aiutare l’assunzione di ferro e integratori vitaminici così come è molto utile bere molti liquidi. Solitamente si riesce a riprendere le attività della vita quotidiana nel giro di 3-6 settimane dopo l’intervento chirurgico. Un po’ di dolore durante l’attività e durante la notte può essere normale per diverse settimane dopo l’intervento. Il programma di attività: un percorso graduale di deambulazione per aumentare lentamente la mobilità, inizialmente in casa e poi fuori.
Riprendere le attività domestiche normali, come sedersi, alzarsi in piedi, e salire le scale.
L’aiuto di un fisioterapista in un centro di riabilitazione le prime settimane dopo l’intervento chirurgico indispensabile in modo da eseguire #esercizi specifici da ripetere più volte al giorno per ripristinare la circolazione e rafforzare il ginocchio.
La cyclette (usata inizialmente senza resistenza e con il sellino alto) utile in fase di riabilitazione. Con il passare dei giorni si abbasserà gradualmente il sellino per consentire una maggiore flessione del ginocchio e bisognerà aumentare la resistenza per favorire il potenziamento muscolare.